Lhabab Duchen 2022

15 Novembre 2022 By Simona Fioravanti

Oggi 15 NOVEMBRE ricorre il Lhabab Duchen, uno dei quattro grandi giorni sacri del calendario Buddhista.

Lhabab Duchen celebra il ritorno di Guru Shakyamuni Buddha sulla Terra dal Regno divino dei Trentatré dopo aver insegnato il Dharma per diversi mesi agli Dei, inclusa sua madre, Mayadevi, che era morta una settimana dopo la nascita di Buddha e vi era rinata.
Come giorno di moltiplicazione dei meriti, i risultati karmici delle azioni compiute in questo giorno vengono moltiplicati 100 milioni di volte.
 
In occasione di questo importante evento il Maestro e Guida Spirituale del Monastero Buddhista Tibetano, Ghesce Lobsang Sherap, ci invita a recitare le Dodici azione di Bhudha ed il Sutra del cuore.

NAGARJUNA | LE 12 AZIONI DEL BUDDHA

Ossequi a Te, Re dei Sakya, il cui corpo risplende come una montagna d’oro; a Te che, colmo di compassione e abilità nel metodo dell’insegnamento, prendesti nascita nella stirpe dei Sakya e domasti gli eserciti del male che altri non potevano debellare.

Lode a Te, che per raggiungere l’Illuminazione risvegliasti dapprima Bodhicitta quindi accumulasti perfettamente i meriti e la saggezza trascendentale poiché, grazie alle Tue smisurate azioni, desideravi diventare in questa epoca il protettore degli esseri.

1. Ossequi a Te, reggente degli dei; avendo capito che era tempo di esibire l’autodisciplina scendesti dal cielo; sotto forma di elefante Ti recasti nella famiglia prescelta ed entrasti nel grembo di Mayadevi.

2. Ossequi a Te, figlio dei Sakya; dieci mesi dopo la nascita nel bosco di Lumbini, Brahma e Indra resero omaggio a Te, i cui nobili segni mostravano con certezza che appartenevi alla razza degli esseri illuminati.

3. Ossequi a Te, ineguagliabile, giovanile e potente leone tra gli uomini; a Te, che ad Angamagadha rivelasti le arti e vincesti le persone arroganti.

4. Ossequi a Te, che scopristi abili mezzi e modi per custodire il regno ed agire conformemente alle usanze; a Te, che assumesti una regina e il suo seguito per evitare dubbi sulla morale.

5. Ossequi a Te, che dopo aver compreso come l’agire mondano sia senza essenza, lasciasti la patria, attraversasti il cielo e quindi, davanti allo Stupa Vi-suddha, ti consacrasti.

6. Ossequi a Te, che con perseveranza desiderasti raggiungere l’Illuminazione; perciò, da asceta, rimanesti sei anni vicino al fiume Nairanjana e dopo molte difficoltà raggiungesti il più alto livello di meditazione.

7. Ossequi a Te, che completamente illuminato mostrasti il successo degli sforzi fatti da tempo senza inizio; a Te, che seduto sotto l’albero di Magadha nella posizione del loto, manifestasti il risveglio.

8. Ossequi a Te, che con grande compassione guardasti subito agli esseri, e a Varanasi e altri luoghi santi iniziasti a girare la ruota del Dharma, conducendo cosi’ gli allievi verso i tre veicoli.

9. Ossequi a Te, saggio vittorioso nella battaglia spirituale, che risolvesti le liti malvagie degli altri e sottomettesti i demoni nel paese di Khormo-Jig; a Te, il Vincitore dei sei dotti eretici, di Devadatta e altri studiosi.

10. Ossequi a Te, le cui caratteristiche sono insuperabili nei tre mondi; a Te, che a Shravasti palesasti i grandi miracoli e diffondesti l’insegnamento; a Te, cui dei e uomini testimoniano la loro venerazione.

11. Ossequi a Te, che per spronare velocemente gli indolenti nella pura terra di Kusanagara, rinunciasti al tuo corpo – che era immortale come un Vajra – ed entrasti nel Nirvana.

12. Ossequi a Te, che lasciasti molte reliquie per dimostrare che in realtà non c’é niente di cui temere. Furono disposte in otto parti affinché, anche in futuro, gli esseri possano acquisire merito mediante la loro venerazione.

Grazie alle virtù di questo breve elogio delle gesta del Benedetto, detentore della dottrina, le azioni di tutti gli esseri senzienti possano uguagliarsi a quelle dei Tathagata.

0 re dei Sakya, possa io con tutti gli altri diventare completamente uguale a Te, con un corpo conte il Tuo, identico in tutte le caratteristiche: un seguito, un arco di vita, una terra pura ed i segni della perfezione.

SUTRA DEL CUORE DELLA NOBILE VITTORIOSA PERFEZIONE DELLA SAGGEZZA

Così una volta udii.
Il Bhagavan dimorava a Rajghir, sulla montagna Picco degli Avvoltoi, assieme a un vasto sangha di monaci e a un vasto sangha di bodhisattva. In quell’occasione il Bhagavan era assorbito nel samadhi sulle categorie dei fenomeni chiamato ‘percezione profonda’. Contemporaneamente, il bodhisattva mahasattva arya Avalokiteshvara stava applicandosi proprio nella pratica della profonda perfezione della saggezza, e vide anche i cinque aggregati come vuoti di un’intrinseca natura.
Poi, tramite il potere del Buddha, il venerabile Shariputra così disse al bodhisattva mahasattva arya Avalokiteshvara: “Come deve addestrarsi ogni figlio del lignaggio che desideri impegnarsi nella pratica della profonda perfezione della saggezza?”
Così egli parlò, e il bodhisattva mahasattva arya Avalokiteshvara rispose allora al venerabile figlio di Sharadvati:
“Shariputra, ogni figlio o figlia del lignaggio che desideri impegnarsi nella pratica della profonda perfezione della saggezza dovrebbe applicarsi in essa nel seguente modo, apprendendo correttamente e ripetutamente anche i cinque aggregati come vuoti di un’intrinseca natura. La forma è vuota, la vacuità è forma, la vacuità non è altro che forma e la forma non è altro che vacuità. Allo stesso modo sono vuoti sensazioni, discriminazioni, fattori di composizione e coscienze.
Similmente, Shariputra, tutti i fenomeni sono vacuità; sono privi di caratteristiche; non sono prodotti e non cessano; non sono contaminati e non sono privi di contaminazioni; non diminuiscono e non crescono.
Perciò, Shariputra, nella vacuità non c’è forma, né sensazione, né discriminazione, né fattore di composizione, né coscienza. Non c’è occhio, né orecchio, né naso, né lingua, né corpo, né mente. Non ci sono forme visive, né suoni, né odori, né sapori, né oggetti tangibili, né fenomeni; e neppure il costituente dell’occhio e così via, fino ad includere il costituente della mente e il costituente della coscienza mentale.
Non c’è ignoranza, né estinzione dell’ignoranza, fino ad includere vecchiaia e morte, ed estinzione della vecchiaia e della morte. Similmente, non c’è sofferenza, origine, cessazione e sentiero; non c’è saggezza suprema, né ottenimenti, e neppure mancanza di ottenimenti.
Perciò, Shariputra, poiché non c’è ottenimento, i bodhisattva si basano e dimorano nella perfezione della saggezza, le loro menti senza più oscurazioni e senza paura. Essendo completamente andati al di là di ogni errore, raggiungono il punto finale, il nirvana. Ed è evidente che, affidandosi alla perfezione della saggezza, tutti i buddha dimoranti nei tre tempi si sono anche completamente risvegliati all’insorpassabile, perfetta e piena illuminazione.
Perciò il mantra della perfezione della saggezza, il mantra della grande conoscenza, il mantra insorpassabile, il mantra uguale a ciò che non ha eguali, il mantra che pacifica completamente tutte le sofferenze, dal momento che non è falso dovrebbe essere conosciuto come verità.
Si proclama il mantra della perfezione della saggezza:

TADYATHA [OM] GATE GATE PARAGATE PARASAMGATE BODHI SVAHA

Shariputra, è in questo modo che il bodhisattva mahasattva dovrebbe addestrarsi nella profonda perfezione della saggezza”.
Quindi il Bhagavan riemerse da quel samadhi ed elogiò il bodhisattva mahasattva arya Avalokiteshvara dicendo:
“Ben detto, ben detto, figlio del lignaggio, è proprio così! È proprio così! Si dovrebbe praticare la perfezione della saggezza proprio come tu hai mostrato; perfino i tathagata ne gioiscono!”
Quando il Bhagavan ebbe così parlato, il venerabile figlio di Sharadvati, il bodhisattva mahasattva arya Avalokiteshvara, l’intera assemblea attorno a loro, assieme al mondo degli dei, uomini, semidei e gandharva, esultarono e porsero alte lodi alla parola del Bhagavan.